«Trema, Psychochef, che quando esci in sala mi chiedi “Ti è piaciuto?” con gli occhi da pazzo…»
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Pseudonimo: Psycochef.
Identità reale: sconosciuta. Chef rivoluzionario, star mediatica. Di giorno è un famoso chef, di notte serial killer di clienti insoddisfatti.
Segni particolari: cotonatura da Bee Gees, broncio da bel tenebroso soggetto a emorroidi.
Stato psichiatrico: borderline, con spiccate tendenze narcisistico-aggressive. Alterna momenti di apparente lucidità – specialmente di fronte alle telecamere – a improvvise crisi psicotiche, se viene contraddetto.
Altre caratteristiche: specialista in armi da taglio, ha conseguito un master in coltellame nei barrios di Buenos Aires.
Precedenti penali:
Inizia con piccoli crimini, tranciando due dita a un gourmet nostalgico nel 1994, in Langa. Segnalato per una brutta rissa a colpi di ostriche nel 1997 in Bretagna, con due attempati avventori locali in prognosi riservata per ferite multiple da Belon, fa perdere le sue tracce per decenni.
È ricomparso all’improvviso, pochi giorni fa, macchiandosi della “mattanza di Mazara”: un’intera famiglia brianzola sterminata brutalmente nel dehors lungomare, dopo un commento poco felice sul suo “tonno deAtomizzato”.
Un vero massacro, molto difficile il lavoro della Scientifica.
La prefettura sconsiglia la tartare fino a nuovo avviso.
Psychochef non deve mai essere innervosito: non pronunciare mai in sua presenza parole chiave che risveglino il killer, come “bucatini all’amatriciana”, “parmigiana di melanzane” o nomi di altri piatti tradizionali italiani.
Annuire sempre estasiati a ogni sua affermazione.