Esangui quota cento e formidabili madeleine.
La zona “sangue blu”, per indole e possibilità, l’ho bazzicata pochino… Grandi cene? Più che altro, ricordo inossidabili quota cento – ventenni che servono ottantenni – con menu da crociera. Mai un guizzo, mai memorabili.
Due esempi a caso:
1. charity della Croce Rossa a Monacò, con coté blasonato. Location in perfetto stile Luigi XV, per chef Ducasse, emozioni non pervenute;
2. pranzo nella lunchroom londinese di Christie’s, ero l’unico plebeo in sala. Confermato il detto (autoctono?) in base al quale il sandwich è l’unica invenzione gastronomica british degna di nota. Comunque memorabile, grazie alla presenza del mio anfitrione, Michael Broadbent. Storico presidente dei “Master of wine” e gotha degli influencer mondiali (non c’è un solo italiano, ma ci stiamo lavorando…), Michael è il vero english gentleman, con uno humour a metà tra il Dickens nero (à la Il mistero di Edwin Drood di Fruttero e Lucentini, quasi più dickensiano dell’originale) e il puro Woodhouse.
Quasi proustiane invece, nella mia memoria, due cene ancien regime.
Ma per queste dovrete aspettare la prossima avventura…
P.S.: A proposito di sangue blu, se siete interessati ai vostri – veri – avi, oggi si può risalire fino… alla fronda del vostro albero genealogico! Si può fare un test del DNA, pagando in dollari e inviando un campione della vostra saliva: in pochi giorni saprete tutto. Maneggiare con cura, però! Un mio amico ha scoperto, dopo il check, di avere… una party nonna – la sua vera progenitrice, risulta, dal suddetto test, sorprendentemente cubana.